Prima di cominciare, un anno e mezzo fa, il master a Londra, fare la valigia era per me sinonimo di prepararsi a partire per una vacanza. Provavo un particolare entusiasmo nello scegliere cosa portare e quasi trovavo divertente mettermi alla prova nella ricerca della disposizione perfetta da dare ai capi perchè non si sgualcissero ed entrassero tutti in quello spazio limitato. Ora che la valigia la preparo ogni mese, e per raggiungere posti non nuovi, ma ormai familiari, ha perso molto del fascino che aveva ai miei occhi. Se dall'altro lato dell'Europa ciò che ti aspetta è il bilocale che dividi con un'amica di lunga data, non c'è gusto! Che ne è del narcisistico piacere di vedere gli oggetti scelti in fila nel trolley, prova di quanto siamo brave a sopravvivere con l'essenziale concesso dalla compagnia aerea low cost, delle nostre capacità di isolare i maglioncini con della vanitosa carta velina azzurra, della dignità con cui sappiamo affrontare una settimana ad Atene imbellettandoci con i soli mascara e rossetto? D'altronde, avere dimestichezza con i bagagli ha i suoi vantaggi e a partire ogni mese si imparano i trucchi del perfetto packaging. Con l'aiuto della guida Donne con la valigia , regalatami da un'amica e compagna di un indimenticabile (benchè breve) viaggio in the Ville Lumière, today inaugurated the heading "The girl and the suitcase" .*
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